Fare fundraising non è una passeggiata, si tratta di un vero e proprio viaggio!
Da dove iniziare? Quali sono le tappe? Quali sono gli strumenti da utilizzare? Per iniziare una campagna di raccolta fondi e farla bene è necessario seguire una serie di step, tenerli a mente e studiarli in continuazione (per essere sicuri di non dimenticare nulla)!
Il viaggio di ogni fundraiser inizia dalla mission: una dichiarazione in cui si comunicano i valori in cui si crede e quelli per cui si decide di sostenere una causa e cercare i fondi per realizzarla.
Per chi state compiendo il viaggio? Qual è il vostro caso: a questo punto bisogna individuare il caso, il racconto di un problema che si vuole risolvere e che si può risolvere. Attenzione, il caso è importantissimo! Se non si ha un problema, non si ha nulla per cui richiedere delle donazioni, non si ha una meta.
Qual è il fabbisogno economico da raggiungere? I frutti del viaggio a cosa sono destinati? Si parte, si possiede una mission e un caso che ci spinge a muoverci ma si ha in mente cosa si vuole far fare alle donazioni?
Non siamo eroi solitari, coinvolgiamo il board: in questo viaggio è necessario coinvolgere tutti. In questo viaggio non si è soli, anzi, non lo si può essere. Bisogna coinvolgere il direttivo, fargli capire l’obiettivo del lavoro, gli strumenti utilizzati e l’importanza degli investimenti. Questo è il passaggio più difficile perché non sempre il direttivo è dalla parte del fundraiser ma questo non deve fermarvi o buttarvi giù.
La memoria di un fundraiser? Il Database: il “luogo” in cui si raccolgono le informazioni più importanti dei donatori, quanto e quando donano, da quanti anni hanno, dove vivono, cosa gli avete inviato e via dicendo. Tutti questi dati sono importanti anche per, eventualmente, creare una relazione personale con un gruppo di donatori speciali.
Lead Generation, sempre e comunque: aumentare il numero di donatori con cui affrontare il viaggio… ma come? Un pò di lead generation non guasta, offrire ai nostri probabili futuri donatori un servizio (una guida scaricabile online, una newsletter interessante ecc.) un qualcosa di gratuito che possa attirarli. In questo modo al database si aggiungeranno nuovi contatti.
Prima di ogni donazione c’è un’ importante richiesta: una volta raccolti i contatti delle persone a cui chiedere la donazione si arriva al momento della richiesta, vera e propria. Come si chiede? Una telefonata, una mail personalizzata, una lettera, face to face e chi più ne ha più ne metta. Si dovranno usare tutti gli strumenti a disposizione per raggiungere quanti più donatori, e donazioni, possibili.
Sollecitare in modo standardizzato: siete arrivati ad un punto fondamentale del viaggio, si è pronti per la scalata più importante dell’attività di raccolta fondi: è giunto il momento di sollecitare i donatori con dei messaggi standardizzati ovvero utilizzare gli stessi strumenti per comunicare con più persone.
Sollecitare in modo semi-personalizzato: i donatori non sono tutti uguali e questo un bravo fundraiser deve capirlo. A questo punto bisogna tipizzare i donatori e sulla base dei dati ricavati diversificare il tipo di comunicazione.
Sollecitare in modo personalizzato: personalizzare la comunicazione che avete con i nostri donatori ha un costo elevato e quindi è importante concentrarsi bene sul donatore ideale e su quelli più promettenti, il grande donatore.
Il viaggio si è concluso? No. Il viaggio del fundraising è infinito. Il fundraiser deve curare i propri donatori, deve affinare gli strumenti di cui dispone e deve essere attento alle novità che provengono dal mondo della raccolta fondi internazionale.
Prendi parte anche tu a questo viaggio! Partecipa all’Open Day online il 12 maggio alle ore 10.